Fermignano dalle origini ai giorni nostri

Data di pubblicazione:
16 Giugno 2020

Il  toponimo di Fermignano ha origini antichissime.
In un documento del VI secolo dopo Cristo è scritto  “massa Firmidiana”  sita nel territorio di   Urbino.   In una iscrizione funeraria  rinvenuta  tra Fermignano ed Urbania  il testo della epigrafe ricorda due personaggi: Firmidius e  Firmida. E’  probabile che da  Firmidius  con l’aggiunta  del suffisso “Anus”  il nome si volgarizzasse in  Firmidiano.
In  questa  stampa del  1704  tratta dal volume “Thesaurus  Antiquitatum et Istoriarum  Italie” lo  storico Polibio descrive  il fiume Po  che ha solo due  sbocchi:  Padano e Volano . Più in basso  troviamo scritto  Metaurus  Fluvius e  Farmianum  o Formanum locus  Clade  Asdrubalis Claro  (luogo famoso-illustre  per la strage-battaglia di Asdrubale 207 a.C.)

Alcuni storici  fanno risalire  l’origine di Fermignano a prima del 1200  ma la verità  è un’altra.
Con le ultime ricerche storiche  di Mons. Franco Negroni  pubblicate nel volumetto  “Fermignano e le sue confraternite”  si hanno origine certe  del “Castello”  di Fermignano.
In alcuni documenti, agli inizi  del 1300  viene citato  il “piano di Fermignano” con la Pieve  di San Giovanni Battista  che estendeva  il suo ambito parrocchiale fino  all’antico ponte  sul fiume Metauro.  In altro documento del 1338 si legge  delle elezioni  dei Sindaci della  “Villa di Fermignano” costituita  da casali, oratori ed edifici isolati,  non esisteva un insediamento abitativo.
Il  conte  Guido Antonio  Montefeltro,  iniziatore della Signoria Feltresca , nella seconda metà  del  1300  fece  sorgere il  “castello di Fermignano”presso  il ponte sul Metauro.  L’esistenza del “castello” è documentata  in una vendita del 27 novembre  del 1388 fatta alle  monache di San Silvestro  da  Giovanni  di Pino  del “castello” di Fermignano.  Il 19 dicembre del  1407 presso la chiesa di San Pietro, sita in cima alla via Maggiore,  si adunò “ l’Arengo”  del nuovo paese , in numero di 45 membri,  sotto la presidenza di Giovanni Pini del “castello” di Fermignano.

La più antica veduta di Fermignano è quella del pesarese Francesco Mingucci del 1626 che il pittore dedicò al pontefice Urbano VIII  Barberini nell’inventario dal titolo:  Stati, Domini, Città Terre e Castella dei Serenissimi Duchi e Prencipi della Rovere,  tratti dal naturale.  
Sono rappresentate le vedute di diverse città del territorio pesarese  con  anche Senigallia e Gubbio  che,  con la morte di Francesco Maria II della Rovere,  sarebbero andate sotto lo Stato Pontificio.  Vediamo il ponte, la torre, la cartiera, lo stenditoio,  il molino e la chiesa di Santa Veneranda con il campanile a vela.

In questa seconda veduta di Fermignano da una  tela raffigurante San Silvestro Papa  e Santi, dipinto  dall’urbinate  Girolamo Cialdieri (1593 – 1680) conservato nella chiesa di San Silvestro, si noti la cartiera alzata di un piano e la merlatura ghibellina della torre (a coda di rondine – legame con la  casa Ducale dei Montefeltro). Sullo sfondo si vede un edificio, potrebbe  essere  l’oratorio di Santa Maria Maddalena. Il “Castello” con la strada Maggiore, sette vicoli e tre piazzette prende forma. Il paese  è fornito di mura  nelle quali si aprono due porte: una presso il ponte sul fiume Metauro e la torre,  detta porta Romana , l’altra  di fianco alla chiesa di San Pietro in cima alla via Maggiore, che uscendo dal  castello  va verso Urbino  per la strada rossa.

Nei pressi della torre entra in funzione nel 1408 la cartiera  e più tardi il molino per macinare il grano .La cartiera,  proprietà della  famiglia urbinate dei Montefeltro, nel 1507  viene donata da Guidoubaldo  I alla cappella del SS.mo Sacramento di Urbino  che la possedette  sino al 1870.

Nel 1428 o 1445,  nella “congregazione di Silvano”,  inizia  il percorso di una sacra immagine della  Madonna  da una parrocchia  all’altra della “vicaria” di Fermignano. Questa tradizione,  nei secoli scorsi,   prende il nome di “Madonna del Giro”.
Nel giugno del 1502 Cesare Borgia  detto il “Valentino” (figlio del Pontefice Alessandro VI°) con un massiccio esercito di persone ed animali che trainavano carri, si accampò a Fermignano,  in procinto di assediare Urbino.

Il 15 marzo 1514 tre cittadini  fondano il sodalizio della Venerabile Confraternita del Gonfalone che nei secoli  scorsi,  ha avuto un ruolo importante nello sviluppo della vita religiosa e civile del paese.

Nel 1563 nella via Maggiore viene costruito il palazzo Calistri, residenza di una nobile famiglia che ha dato alla chiesa  tanti prelati.  Nel 1564 viene posta  la prima pietra della chiesa  di Santa Veneranda.

Al di fuori del castello, nei pressi della porta romana esisteva già, dalla seconda metà del 1200, il  piccolo  oratorio dedicato a Santa Maria Maddalena,  più avanti villa Isola dei Conti Bonaventura, dove nel 1559 fu  ospite Annibal Caro e  nell’estate del 1578  il poeta Torquato Tasso.

Al dilà del fiume Metauro si trova l’ospizio di San Lazzaro per lebbrosi ed in località “Ca Melle” la casa  dove nel 1444 nacque donato Bramante. Nei pressi della porta  verso Urbino,  gli edifici dell’ospedale  di Sant’Antonio ospizio per pellegrini  ed una locanda  della quale  oggi rimangono due bei portali gotici. A metà  strada  tra la “pieve” di San Giovanni Battista e la chiesa di Santa Barbara  si trova l’oratorio di San Giacomo con un bel  affresco del XV° secolo, attualmente collocato nell’Istituto di Storia dell’Arte  dell’Università di Urbino.

A  sette chilometri  dal “castello”,  nella piana di San Silvestro esisteva un’antica Abbazia Benedettina. Una bolla di Urbano III  ne attesta l’esistenza nel  1185 -  oggi ne rimane solo la cripta.
In quella  zona le truppe dei consoli romani  Claudio Nerone e Livio Salinatore sbaragliarono l’esercito del condottiero cartaginese Asdrubale segnando la fine dell’avventura  italiana di suo fratello Annibale che attendeva i rinforzi negli ozi di Capua. Correva l’anno 207avanti Cristo. Qualcosa è rimasto di quella battaglia decisiva per le sorti di Roma qui a Fermignano. La leggenda vuole che sulla collina di Montelce vi sia la tomba del duce Cartaginese. Anche Michel de Montaigne nel corso del suo viaggio nel Ducato di Urbino, nell’aprile del 1581 sali sul colle di Montelce per vedere il sepolcro di Asdrubale, come pure Giacomo Leopardi e Giovanni Pascoli.

Nei pressi del  “castello di Pagino” nel  territorio di Fermignano si trova il passo del Furlo che è una splendida e antichissima gola, corrosa e modellata nel tempo dalle acque del fiume Candigliano. Le due vette più alte che insieme formano, “il Passo del Furlo,  sono il Pietralata (m.888) da un lato ed il monte Paganuccio (m.976) dall’altro. Nel 76 dopo Cristo l’imperatore Vespasiano fece eseguire il grande traforo a fianco del piccolo tunnel aperto dagli etruschi. Nel territorio di Fermignano si trovano le antiche gallerie etrusca e romana, la chiesetta di Santa Maria delle Grazie (XV secolo), i resti del profilo di Mussolini sul Monte Paganuccio e la diga della centrale idroelettrica.

Francesco Maria  II della Rovere, ultimo Duca di Urbino, aderendo al  desiderio “delli Massari et homini del Castello di Fermignano”, nel 1607  autorizza la formazione di un  consiglio locale perché  “le cose e gli interessi  di quel pubblico  venissero ad essere  governati ed amministrati colla sincerità, accuratezza et  diligentia che si conviene”.  Il consiglio è  formato da dieci abitanti del castello  e quattordici dei distretti o ville:  Monte Asdrualdo (zona di  Ca Melle, Ca Verdesello,  Ca Nardo, Ca Giuliano, Ca Ligi e Ca Lazzaro) -  Pistrino, Montelce e  Monte Brandi (conosciuto più comunemente come monte di Ca Ugoccione  situato  sulla destra guardando la chiesa di Santa Maria in Casale).  Da questi, poi si scelgono  tre “massari” o “priori” che stanno in carica un solo semestre  e formano una specie di  giunta municipale.  Le riunioni  si fanno nella sacrestia di Santa Veneranda.

Nell’ottobre del 1703 due gentiluomini romani, i Monsignori Curzio Origo e Giovanni Maria Lancisi, partiranno da Roma per andare ad Urbino ad assistere all’addottoramento di Annibale Albani, nipote del pontefice Clemente XI.. Il papa Giovan Francesco Albani era nato ad Urbino, conoscendo bene i  luoghi diede loro un programma di viaggio consigliando di andare a  dormire nella torre di Fermignano.

Agli inizi del 1800 i fermignanesi avanzano istanza a Pio VII onde ottenere al loro castello il titolo di “terra” e l’indipendenza dalla città di Urbino.  Estensore della domanda  fù  il Dr.Giovanni Sabbatini, segretario della comunità fermignanese  dal 1786,  mentre patrocinatore a Roma della causa fu Stefano Sabbatini.  Gli urbinati si opposero,  per mezzo  del loro podestà il nobile Dr. Gianbattista  Rota  e del Marchese Antaldo Antaldi, ma dopo una accanita lotta durata ben 18 anni,  il castello di Fermignano viene staccato giuridicamente da Urbino e riconosciuto comune autonomo per volontà  del Papa Pio VII  (al secolo Gregorio Barnaba  Chiaramonti  nato a Cesena nel  1742 – morto a  Roma nel  1823). L’ 8 febbraio 1818 viene insediato solennemente il  primo consiglio comunale.  Lo stemma comunale  raffigura  una torre con merlatura guelfa  e due braccia: la   mano destra  tiene una croce e la mano  sinistra un compasso aperto con le punte in alto.
La sede era ubicata nel Palazzo Calistri.

In questo disegno anonimo databile  alla fine del 700 o inizi 800,  notare a sinistra, nei  pressi della torre, ora priva di merlatura, la porta denominata  “romana”, demolita nel 1870, a destra la porta “dell’orologio” demolita alla fine dell’800. Al di fuori del “castello”, nell’estrema destra,  si vedono gli edifici dell’ospedale di Sant’Antonio (ospizio per  pellegrini) e  della locanda per viandanti.
Oggi  ne rimangono i due portali gotici a fianco della nuova chiesa.

Nel 1820 la  Magistratura di Fermignano, con il consenso del Cardinale Albani, Prefetto della Sacra Congregazione del Buon Governo, istituisce  la “spezieria”,  oggi farmacia,  gestita sin da allora dalla famiglia Rossi.

Nel 1841 il Cardinale Giustiniani, Camerlengo di Santa Romana Chiesa,  accoglie la richiesta del Comune di Fermignano  ed istituisce una fiera di merci e bestiame nel secondo lunedì di luglio.Già prima del 1800 si tenevano a Fermignano altre due fiere annuali: 5 agosto e 14 settembre.

Nel 1870 viene costruito il mattatoio e demolita la porta “Romana” a fianco delle abitazioni addossate alla  torre.

Nel 1871 viene costruito il  cimitero e lo stradone di accesso. In tale  data  la popolazione del Comune  ammonta a  2493 anime e nel 1884 a 2605.

Nel 1871 la famiglia Albani di Pesaro, acquista dalla cappella del Santissimo Sacramento di Urbino, la torre,  la cartiera ed il molino per 22.000 lire.

Il 16 Marzo  1873 viene fondato il circolo Bramante. Tra i fondatori figurano famiglie fermignanesi ancora esistenti altre estinte: Benedetti, Bergamini, Bindelli,  Burzi, Carassai, Cianni, Del Gaudio, Federici, Ligi, Maccioni,  Ottaviani, Pagnini, Piccini,  Poeta, Rossi,  Saraghi, Ubaldelli, Zangolini.
Al Circolo aderirono illustri personalità del mondo politico e culturale a titolo di Soci Onorari: Giuseppe Garibaldi, Terenzio Mamiani, Benedetto Cairoli, Luigi Casati, Giuseppe Zanardelli, Emilio Treves, Pietro Gambetta,  Francesco De Sanctis, Giuseppe Spallicci, Angelo Bandiera, Enrico De Geymuller. Inoltre  alcuni  nomi del patriziato marchigiano:  Albani,  Castracane, Castelbarco, Carpegna,  Donini-Alfani, Gherardi, Mattei, Mamiani, Nardini.
Il direttivo del circolo ha in animo di erigere  un monumento a Donato  Bramante in occasione  dell’anniversario del  IV° centenario della morte  (11 aprile 1914).  A tale scopo  viene promossa una sottoscrizione pubblica inviando  una petizione a tutti i comuni  d’Italia.

Desta una certa meraviglia constatare che nella seconda metà dell’800 nella piccola comunità fermignanese  erano fiorenti numerose  associazioni culturali e ricreative: Società Filarmonica (1875) oggi  Concerto cittadino,  Società Operaia di Mutuo Soccorso (1878),  Società di Filodrammatica (1884),  Società del Gabinetto di Lettura e delle Conferenze Popolari (1884), Società di Pubblici Divertimenti (1893).

Nel  1879  viene inaugurato il  palazzo Comunale  progettato dall’Ing. Ferdinando Mascanzoni, professore dell’Istituto di Belle Arti di Urbino.  Fu costruito su una vecchia casa appartenuta  alla famiglia  dell’Architetto Bramante.  Nella demolizione della vecchia casa si  salvaguardò  un architrave con lo stemma gentilizio  della famiglia  Bramante.  Quel ricordo storico nel  1895 fu  collocato nell’atrio della sede comunale.
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Nel 1883 fu inaugurato il palazzo Scolastico  progettato dall’Ing. Adamo Frisoni.La sala maggiore, al piano terra fu  adibita  a  teatro,intitolata a Donato  Bramante.

Nel  1895 iniziano i lavori per la costruzione  della ferrovia Fabriano – Urbino e della stazione che verrà inaugurata il 20 settembre 1898.

Nel 1897 inizia l’attività, con otto operai, il molino dei fratelli Alessandro e Luigi Falasconi.

Nell’autunno del  1898,  con la direzione dell’Ing. Lorenzo Biacchi di Urbino, iniziano i lavori dell’impianto elettrico per il trasporto di forza motrice dal molino di Zaccagna  a quello di Fermignano che dista, in linea d’aria km.2,500. Il 19 febbraio del 1899 il miracolo è compiuto.
Oltre al molino – il primo in Italia azionato con la  corrente elettrica -  anche il paese  ne è servito con  l’accensione di 23 lampade  al posto delle lanterne a petrolio.  Per le abitazioni private il canone annuo per una lampada era di £.31 e centesimi 50 e si poteva tenerla accesa dall’Ave Maria alla mezzanotte. Per l’occasione i  fratelli Falasconi  invitarono  il fisico Prof. Angelo Battelli di Macerata Feltria, docente all’Università di Pisa, a tenere una conferenza sull’elettricità nel passato, nel presente, nel futuro.
Un giornale  dell’epoca  titola l’avvenimento: “ La festa dell’industria e della  scienza  a Fermignano”.
E’ scritto “Mentre il concerto musicale di Cagli eseguiva scelti pezzi a Fermignano una lunga schiera di carrozze portava gli invitati a Zaccagna, dove il Metauro pone la sua forza  al servizio dell’industria azionando due turbine che mettono in moto la dinamo, generatrice  dell’elettricità”.
Fermignano, dopo Cagli, è il primo comune della Provincia ad avere  l’energia elettrica. Nel 1902 ci sarà ad Urbino e nel 1905 a Pesaro tramite  l’impianto idroelettrico dei  “Raggioli” progettato dall’Ing.Luigi Falasconi.

In  questa veduta  panoramica del 1885  notare a sinistra  il mattatoio  (1870), il ponte con un arco trionfale sopra l’edicola dove  all’interno è raffigurata  una madonna con bambino, la torre, la cartiera, il nuovo campanile (quello a vela presumibilmente era crollato nel terremoto del 1871), lo stenditoio della cartiera, il nuovo edificio scolastico (1883) e la chiesa di Santa Maria Maddalena.

Nella veduta  da una cartolina d’epoca vediamo la ciminiera dietro l’edificio della cartiera (che nel   1895 ha cessato l’attività), l’ospedale Bramante ed il molino Falasconi, sulla destra la filanda da seta e l’edificio della stazione ferroviaria.

Suggestivo questo  piccolo dipinto datato XXIX  aprile 1895 incorniciato entro una composizione di stile liberty floreale composto da spighe di grano,  fiori, ramoscelli di varie specie, due putti che sorreggono una cornucopia, un ramoscello di ulivo ed un’ancora, simboli di prosperità e benessere.

Nel 1891 risultano occupati nella cartiera  42 operai e  50 nelle due fornaci  Falasconi e Piccini.

Nel 1890 l’ing. Falasconi elabora il piano regolatore di Fermignano. Prevede una grande piazza con palazzi  e portici, vie che si tagliano ad angolo retto. Avendo studiato al politecnico di Torino,  probabilmente ha preso spunto da quella città. Alla fine del 1800 viene demolita la chiesa di San Pietro e la porta dell’orologio in cima alla via Maggiore del Castello.   Vengono  piantati degli alberi di ippocastano e tiglio nella via  che dalla piazza va verso la stazione
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Si inizia a costruire un piccolo ospedale con le rendite del Monte di Pietà, dell’Opera Pia Venturini di Pagino, dell’Oratorio del Furlo e con il finanziamento del Comune e del Circolo Bramante.  
Si organizzano nel teatro Bramante  delle recite, concerti,  veglioni e cene per dotare i locali di attrezzature necessarie per il suo funzionamento, compresa una sala operatoria.
Funzionava  anche  un pronto soccorso con il medico chirurgo prof.Canzio Ricci. Munifici benefattori furono il dr. Francesco Maccioni medico a Rimini, di origini  fermignanesi e lo stesso Prof. Ricci.

Agli inizi del 1900  nella piazza Garibaldi  vengono costruite le logge Aliventi e Gentilini e le case operaie. Inizia un movimento edilizio lento ma continuo lungo la via provinciale o Toscana (via Mazzini),  viale Umberto 1°  (Martiri della  Liberta),  dietro piazza Garibaldi  lungo le vie Veneto, Roma  e varie traverse.  In quel periodo la popolazione ammonta a 3086  anime.

Nel 1907 il signor Coltorti di Foligno prende in affitto gli immobili della cartiera che ha  chiuso nel 1895 ed inizia l’attività  con una filanda.

Nel 1912  viene fondata la “Società Servizi Automobili del  Furlo e Bocca Trabaria” allo scopo di collegare  i centri della valle del Metauro e del Candigliano con San Sepolcro e Fossato di Vico. Il servizio pubblico di trasporto per viaggiatori, bagagli,  posta, pacchi agricoli e piccoli colli,viene effettuato con vetture da 12 o 16 posti ma,  nel 1924, cessa l’attività per lo scarso numerodi passeggeri.

Nel 1914 il Cav. Augusto Carotti acquista dalla famiglia Albani  di Pesaro gli edifici della cartiera e della filanda inattiva da anni  ed inizia l’attività del lanificio e setificio.

Nel  1874  il consiglio direttivo del Circolo Bramante  aveva inviato a  tutti i  comuni d’Italia una richiesta di contributo per l’erigendo monumento. Allora quei pochi soldi ricevuti dalla sottoscrizione  furono destinati per la costruzione dell’ospedale. Nel  1899 si ritorna a parlare del monumento e si da incarico allo scultore Gualdiesi Siciliano di preparare un bozzetto.  Probabilmente quel disegno non  sarà stato di gradimento ai committenti perché in un manifesto del 19 marzo 1910,il presidente del Circolo Bramante comunica  che lo scultore Prof. Jollo Domenico del Reale Istituto di Belle Arti di Urbino ha ultimato il  bozzetto del monumento che sarà esposto nelle sale del  circolo.
Nei giornali del  1913 è scritto che i sindaci di Urbino e Fermignano, i rappresentanti della società del  paese con i migliori cittadini appartenenti a tutte le categorie politiche e sociali, l’Onorevole Angelo Battelli e l’arch. Guido Cirilli si sono riuniti a Fermignano per formare un comitato d’onore ed uno esecutivo per le celebrazioni a Bramante che si dovranno tenere in Urbino mentre il monumento dovrà essere  eretto a Fermignano. L’arch. Guido Cirilli è  incaricato di  predisporre un progetto per il monumento;  la parte scultoria sarà affidata all’artista Piccini di Urbania, scultore residente a  Roma.  Qualche mese dopo l’arch. Cirilli presenta  i disegni di tre progetti di meravigliosa bellezza degni del grande Bramante che si vuole onorare. Dopo lunghe discussioni fù scelto un progetto. Il monumento dovrà  sorgere a mezza via tra la piazza e la stazione in modo che i passeggeri in transito sul treno da Urbino a Fabriano possano ammirarlo.
L’11 aprile 1914 ricorre il 4° centenario della morte di Bramante ma il monumento, sicuramente per mancanza di soldi,  non è stato realizzato. Il 24 maggio 1914,  in Campidoglio a Roma, venne tenuta in onore del Bramante una solenne cerimonia commemorativa alla presenza degli amministra tori dei comuni di Urbino e Fermignano con i rispettivi gonfaloni e numerose personalità del mondo politico, artistico e culturale della capitale.
In un giornale datato 21 giugno 1914  c’è scritto: Fermignano fa pubblicamente  sapere di avere stanziato 25.000 mila lire per il  monumento del Cirilli.

Nel 1915 viene inaugurata la linea ferroviaria Fano – Fossombrone ed  a novembre del 1916 il treno arriva a Fermignano.

Nel 1919 il sig. Glauco Paci Ippoliti fa costruire un piccolo capannone per fabbricare  rasoi e coltelli.

Nel novembre  del 1923 viene solennemente inaugurata,  alla presenza  del Principe ereditario Umberto di Savoia,  la centrale idroelettrica del Furlo, fondamentale  per l’approvvigionamento energetico provinciale.

Nel 1923 viene fondata l’Unione Sportiva Fermignanese. Per l’inaugurazione del campo sportivo nell’attuale piazza Don Minzoni, dove  agli inizi del secolo si svolgeva il mercato di bestiame, si disputò un incontro di calcio fra l’Alma Juventus di Fano e la società sportiva “Tiferno” di Città di Castello con risultato di uno a uno. Successivamente il campo sportivo fu  spostato di fronte il ponte romano ed inaugurato il 9 gennaio 1949.

Il 22 giugno 1924,  con una solenne cerimonia,  viene inaugurato il  viale delle “rimembranze”, attuale via Veneto con la piantagione  di alberi di platani,  il monumento  per ricordare i 78 caduti nella guerra del 1915/18  ed il medaglione dedicato a Bramante posto nella facciata della civica residenza, opere dello scultore e medaglista bolognese  Giuseppe  Romagnoli  (1872 – 1966).
Il monumento in bronzo raffigura un combattente nudo mentre cade stringendo nella mano sinistra una piccola vittoria alata e nella  mano destra un pugnale. Nel medaglione in bronzo è raffigurato il Bramante a torso nudo (forse un autoritratto) con la scritta “BRAMANTES ASDRUVALDINUS” tratto dalla medaglia commemorativa fatta coniare da Papa Giulio II°  a Cristoforo Foppa detto il “Caradosso” in occasione  dell’inizio dei lavori della nuova basilica di San Pietro (18 aprile 1506).  Sul retro della medaglia originale c’è scritto “Fidelitas Labor” ed è raffigurata l’Architettura seduta che sorregge nella mano sinistra un compasso e nella mano destra una squadra, sullo  sfondo la basilica di San Pietro.

Il 9 ottobre 1928 la Società Operaia di Mutuo Soccorso ha festeggiato il  50° anno di fondazione e nel 1898 il 20° anno  con un nutrito programma di manifestazioni.

Nel 1928 i fratelli Lamberto e Luigi Donati di Mercatello sul Metauro  iniziano l’attività per la lavorazione del tabacco in alcuni capannoni sulla strada provinciale Metaurense. Quell’anno la popolazione ammonta  a 4587  anime.

Nel 1939 fu inaugurato l’acquedotto comunale che ha permesso di avere l’acqua corrente in tutte le abitazioni del paese.

Nella  primavera del 1944 le truppe tedesche bombardarono i ponti e le stazioni della ferrovia Fabriano – Urbino. Dopo qualche anno i collegamenti lungo la valle del Metauro da Lamoli a  Fano furono possibili con i pulman della Società Automobilistica Metauro con sede a Fermignano.

Nel dicembre 1945, sulla sponda sinistra del fiume Metauro, vengono gettate le fondamenta del nuovo lanificio Carotti che sarà terminato nel febbraio del 1947.

Nel  1945 viene inaugurato l’asilo comunale in viale Martiri della Libertà. I lavori erano stati iniziati nel  1939. L’edificio ricorda lo stile “littorio” del periodo fascista.

Nel 1946/1947 furono istituite le scuole medie;  per molti anni la loro sede fù in un edificio ad un piano facente corpo con l’oratorio e la canonica  della chiesa di S.Maria Maddalena.

Nel 1954 vicino al tabacchificio Donati  viene costruito lo stabilimento L.A.R. (Laboratorio Artigiani Riuniti) che produce mobili.

Nel 1957 in piazza Don Minzoni iniziano i lavori dell’edificio delle scuole elementari terminati nel 1962 e  nel 1965 i lavori per l’edificio della scuola media terminati nel 1980.

L’edilizia privata che dagli anni trenta agli anni cinquanta era stata inoperosa,  riprende.
Si inizia a costruire nella zona sottostante  il viale della stazione; in seguito lo sviluppo edilizio si espande nella piana  di San Lazzaro-Ca Vanzino,  dietro la stazione ferroviaria e lungo la via provinciale Metaurense.

Nella frazione di Calpino, nel 1955, viene inaugurata la chiesa dedicata a  Cristo Lavoratore.

Negli anni  1968/1969   piazza Don Minzoni viene collegata attraverso una  gradinata con il viale della Stazione.

Nel 1974 i lavori di costruzione dei due ponti sul fiume Metauro in localita Pieve e San Lazzaro, finanziati dalla provincia di Pesaro e Urbino,  sono stati terminati. Saranno collegati con la  costruenda circonvallazione che dalla località di Bivio Borzaga arriverà sino al predio di Ca la Vittoria eliminando il traffico di automezzi pesanti dal centro.

L’8 giugno 1974 viene inaugurata la chiesa parrocchiale intitolata a  Maria Santissima Madre della Chiesa.

A luglio del 1976 nei giardini pubblici prospicienti il monumento ai Caduti, l’Associazione Pro Loco inaugura  il busto in bronzo dedicato a Donato Bramante, opera dello scultore-ceramista Bruno Baratti di Pesaro. Questa immagine rappresenta un doveroso atto di  riconoscimento al nostro grande concittadino ed assolve  l’impegno preso più volte dalle passate generazioni.

Dal dopo guerra ad oggi le varie amministrazioni comunali hanno costruito scuole, asili, impianti sportivi, aree verdi, ponti, urbanizzazione zona industriale, ampliamenti cimitero,  piantumazione in diverse vie centrali e periferiche ed impianti idrici e di illuminazione nel capoluogo e nelle frazioni di Ca l’Agostina, San Silvestro  e Villa Furlo – Pagino.

Le quattro aziende storiche, alla fine del secolo scorso,  hanno cessato l’attività ma hanno rappresentato sicuramente  il seme  dello sviluppo industriale del paese iniziato nel lontano 1963 con la  costituzione  del Consorzio Industriale del medio Metauro ad opera  dei Comuni di Urbino e Fermignano,  dell’Università degli Studi di Urbino, della Provincia e della Camera di Commercio di Pesaro e Urbino. Sono presenti nel territorio comunale circa sessanta aziende  che hanno creato un certo benessere. La creatività di numerosi artigiani e piccoli industriali, la laboriosità dei fermignanesi hanno consentito una notevole crescita  del paese. Oggi Fermignano rappresenta il terzo polo industriale della Provincia dopo Pesaro e Fano.

Numerosissime sono le associazioni di volontariato, sportive, ricreative e culturali che tengono vivo il paese  con manifestazioni anche di un certo livello.

Nel  1901 i residenti del comune  erano 3086;  al 9 ottobre 2011 sono 8676 dei quali 1254 stranieri, in un secolo  si è avuto un incremento notevole della popolazione residente che è quasi triplicata..

Un sindaco, forse dopo la seconda guerra mondiale,  ha modificato lo stemma comunale  inserendo il martello al posto della croce. Il sindaco Dr.Giorgio Cancellieri,  segnalando  l’anomalia  alla Presidenza del Consiglio dei Ministri,  nel 2009 è stato  autorizzato dalla medesima  a ripristinare l’antico stemma araldico inserendo di nuovo la croce al posto del martello. In data 18 febbraio 2011 il Presidente della Repubblica  decreta la trascrizione dello stemma e del gonfalone del Comune di Fermignano  nel libro araldico degli Enti territoriali e giuridici dell’Archivio centrale dello Stato.

Concludo dicendo che oggi Fermignano poteva considerarsi una “città ideale” se la nuova chiesa fosse stata edificata nella piazza Don Minzoni, com’era nelle prime intenzioni e con il progetto che prevedeva l’interno a tre navate. Il palazzo scolastico di piazza Garibaldi  non si doveva demolire; il nuovo  Comune poteva essere edificato dove oggi sorge la  chiesa o “Duomo”. Anche il pastificio Falasconi doveva rimanere. Con le opportune modifiche interne,  l’immobile poteva  essere  adibito
in abitazioni mentre il grande edificio a forma di “torre” adibito a deposito del grano, poteva essere trasformato in centro commerciale su diversi piani, tipo magazzini Standa o Rinascente.  Fortunatamente non è stato demolito il vicino ex Ospedale Bramante grazie alle vibrate proteste di alcuni cittadini.

Redatto da Giulio Finocchi nel Gennaio 2012

FONTI CONSULTATE:
Fermignano e le sue memorie religiose – 1933
Inaugurazione del monumento ai caduti in guerra e medaglione a Bramante  22 giugno 1924
Bramante -  Fert Sangiorgi -  Comitato Nazionale Celebrazioni Bramantesche  - Roma  1970
Viaggio in Italia – Montaigne – Editori Laterza  Bari – 1972
Fermignano – Immagini e ricordi di ieri -  Giulio Finocchi – Ass. Pro Loco  1985
A Fermignano  - viaggio tra storia ed arte – Bonita Cleri  - Ass. Pro Loco  1989
Città e Castella (1626) Tempere di Francesco Mingucci  Pesarese – ERI edizioni RAI - 1991
Una guida  settecentesca  di Urbino – Fert Sangiorgi – Accademia Raffaello  1992
Castrum Firmignani  - Mario Luni – Comune di Fermignano 1993
Ville e grandi residenze nell’Urbinate  e nell’alto Metauro – Università degli Studi Urbino 1995
Vedute di Fermignano da cartoline d’epoca 1897 – 1948 – Giulio Finocchi – Amm.ne Com.le 1998
Fermignano e le sue Confraternite – Mons.Franco Negroni – Parrocchia S:Veneranda  1998
La Madonna del Giro  una antica devozione mariana  nell’Urbinate  - Mons.Franco Negroni  2001
La Battaglia del Metauro  tradizione e studi – Mario Luni  - 2002
Cesare Borgia di Francia -  Atti del convegno di studi – Urbino dicembre 2003
Petros Eni  -  Pietro è qui – catalogo mostra  - Città del Vaticano  2006
La cartiera dei Duchi di Urbino a Fermignano – Franco Mariani – Comune Fermignano  2008
Fermignano  volto di un paese tra ‘800 e ‘900 – Giulio Finocchi  - Ass.Pro Loco 2008
Un maestro del ‘400 nella Chiesa di San Giacomo dei Pellegrini di Fermignano  edito dal
Centro Studi “G.Mazzini” Fermignano  2009

Ultimo aggiornamento

Giovedi 06 Maggio 2021