Il toponimo di Fermignano ha origini antichissime.
In un documento del VI secolo dopo Cristo è scritto “massa Firmidiana” sita nel territorio di Urbino. In una iscrizione funeraria rinvenuta tra Fermignano ed Urbania il testo della epigrafe ricorda due personaggi: Firmidius e Firmida. E’ probabile che da Firmidius con l’aggiunta del suffisso “Anus” il nome si volgarizzasse in Firmidiano.
In questa stampa del 1704 tratta dal volume “Thesaurus Antiquitatum et Istoriarum Italie” lo storico Polibio descrive il fiume Po che ha solo due sbocchi: Padano e Volano . Più in basso troviamo scritto Metaurus Fluvius e Farmianum o Formanum locus Clade Asdrubalis Claro (luogo famoso-illustre per la strage-battaglia di Asdrubale 207 a.C.)
Alcuni storici fanno risalire l’origine di Fermignano a prima del 1200 ma la verità è un’altra.
Con le ultime ricerche storiche di Mons. Franco Negroni pubblicate nel volumetto “Fermignano e le sue confraternite” si hanno origine certe del “Castello” di Fermignano.
In alcuni documenti, agli inizi del 1300 viene citato il “piano di Fermignano” con la Pieve di San Giovanni Battista che estendeva il suo ambito parrocchiale fino all’antico ponte sul fiume Metauro. In altro documento del 1338 si legge delle elezioni dei Sindaci della “Villa di Fermignano” costituita da casali, oratori ed edifici isolati, non esisteva un insediamento abitativo.
Il conte Guido Antonio Montefeltro, iniziatore della Signoria Feltresca , nella seconda metà del 1300 fece sorgere il “castello di Fermignano”presso il ponte sul Metauro. L’esistenza del “castello” è documentata in una vendita del 27 novembre del 1388 fatta alle monache di San Silvestro da Giovanni di Pino del “castello” di Fermignano. Il 19 dicembre del 1407 presso la chiesa di San Pietro, sita in cima alla via Maggiore, si adunò “ l’Arengo” del nuovo paese , in numero di 45 membri, sotto la presidenza di Giovanni Pini del “castello” di Fermignano.
La più antica veduta di Fermignano è quella del pesarese Francesco Mingucci del 1626 che il pittore dedicò al pontefice Urbano VIII Barberini nell’inventario dal titolo: Stati, Domini, Città Terre e Castella dei Serenissimi Duchi e Prencipi della Rovere, tratti dal naturale.
Sono rappresentate le vedute di diverse città del territorio pesarese con anche Senigallia e Gubbio che, con la morte di Francesco Maria II della Rovere, sarebbero andate sotto lo Stato Pontificio. Vediamo il ponte, la torre, la cartiera, lo stenditoio, il molino e la chiesa di Santa Veneranda con il campanile a vela.
In questa seconda veduta di Fermignano da una tela raffigurante San Silvestro Papa e Santi, dipinto dall’urbinate Girolamo Cialdieri (1593 – 1680) conservato nella chiesa di San Silvestro, si noti la cartiera alzata di un piano e la merlatura ghibellina della torre (a coda di rondine – legame con la casa Ducale dei Montefeltro). Sullo sfondo si vede un edificio, potrebbe essere l’oratorio di Santa Maria Maddalena. Il “Castello” con la strada Maggiore, sette vicoli e tre piazzette prende forma. Il paese è fornito di mura nelle quali si aprono due porte: una presso il ponte sul fiume Metauro e la torre, detta porta Romana , l’altra di fianco alla chiesa di San Pietro in cima alla via Maggiore, che uscendo dal castello va verso Urbino per la strada rossa.
Nei pressi della torre entra in funzione nel 1408 la cartiera e più tardi il molino per macinare il grano .La cartiera, proprietà della famiglia urbinate dei Montefeltro, nel 1507 viene donata da Guidoubaldo I alla cappella del SS.mo Sacramento di Urbino che la possedette sino al 1870.
Nel 1428 o 1445, nella “congregazione di Silvano”, inizia il percorso di una sacra immagine della Madonna da una parrocchia all’altra della “vicaria” di Fermignano. Questa tradizione, nei secoli scorsi, prende il nome di “Madonna del Giro”.
Nel giugno del 1502 Cesare Borgia detto il “Valentino” (figlio del Pontefice Alessandro VI°) con un massiccio esercito di persone ed animali che trainavano carri, si accampò a Fermignano, in procinto di assediare Urbino.
Il 15 marzo 1514 tre cittadini fondano il sodalizio della Venerabile Confraternita del Gonfalone che nei secoli scorsi, ha avuto un ruolo importante nello sviluppo della vita religiosa e civile del paese.
Nel 1563 nella via Maggiore viene costruito il palazzo Calistri, residenza di una nobile famiglia che ha dato alla chiesa tanti prelati. Nel 1564 viene posta la prima pietra della chiesa di Santa Veneranda.
Al di fuori del castello, nei pressi della porta romana esisteva già, dalla seconda metà del 1200, il piccolo oratorio dedicato a Santa Maria Maddalena, più avanti villa Isola dei Conti Bonaventura, dove nel 1559 fu ospite Annibal Caro e nell’estate del 1578 il poeta Torquato Tasso.
Al dilà del fiume Metauro si trova l’ospizio di San Lazzaro per lebbrosi ed in località “Ca Melle” la casa dove nel 1444 nacque donato Bramante. Nei pressi della porta verso Urbino, gli edifici dell’ospedale di Sant’Antonio ospizio per pellegrini ed una locanda della quale oggi rimangono due bei portali gotici. A metà strada tra la “pieve” di San Giovanni Battista e la chiesa di Santa Barbara si trova l’oratorio di San Giacomo con un bel affresco del XV° secolo, attualmente collocato nell’Istituto di Storia dell’Arte dell’Università di Urbino.
A sette chilometri dal “castello”, nella piana di San Silvestro esisteva un’antica Abbazia Benedettina. Una bolla di Urbano III ne attesta l’esistenza nel 1185 - oggi ne rimane solo la cripta.
In quella zona le truppe dei consoli romani Claudio Nerone e Livio Salinatore sbaragliarono l’esercito del condottiero cartaginese Asdrubale segnando la fine dell’avventura italiana di suo fratello Annibale che attendeva i rinforzi negli ozi di Capua. Correva l’anno 207avanti Cristo. Qualcosa è rimasto di quella battaglia decisiva per le sorti di Roma qui a Fermignano. La leggenda vuole che sulla collina di Montelce vi sia la tomba del duce Cartaginese. Anche Michel de Montaigne nel corso del suo viaggio nel Ducato di Urbino, nell’aprile del 1581 sali sul colle di Montelce per vedere il sepolcro di Asdrubale, come pure Giacomo Leopardi e Giovanni Pascoli.
Nei pressi del “castello di Pagino” nel territorio di Fermignano si trova il passo del Furlo che è una splendida e antichissima gola, corrosa e modellata nel tempo dalle acque del fiume Candigliano. Le due vette più alte che insieme formano, “il Passo del Furlo, sono il Pietralata (m.888) da un lato ed il monte Paganuccio (m.976) dall’altro. Nel 76 dopo Cristo l’imperatore Vespasiano fece eseguire il grande traforo a fianco del piccolo tunnel aperto dagli etruschi. Nel territorio di Fermignano si trovano le antiche gallerie etrusca e romana, la chiesetta di Santa Maria delle Grazie (XV secolo), i resti del profilo di Mussolini sul Monte Paganuccio e la diga della centrale idroelettrica.
Francesco Maria II della Rovere, ultimo Duca di Urbino, aderendo al desiderio “delli Massari et homini del Castello di Fermignano”, nel 1607 autorizza la formazione di un consiglio locale perché “le cose e gli interessi di quel pubblico venissero ad essere governati ed amministrati colla sincerità, accuratezza et diligentia che si conviene”. Il consiglio è formato da dieci abitanti del castello e quattordici dei distretti o ville: Monte Asdrualdo (zona di Ca Melle, Ca Verdesello, Ca Nardo, Ca Giuliano, Ca Ligi e Ca Lazzaro) - Pistrino, Montelce e Monte Brandi (conosciuto più comunemente come monte di Ca Ugoccione situato sulla destra guardando la chiesa di Santa Maria in Casale). Da questi, poi si scelgono tre “massari” o “priori” che stanno in carica un solo semestre e formano una specie di giunta municipale. Le riunioni si fanno nella sacrestia di Santa Veneranda.
Nell’ottobre del 1703 due gentiluomini romani, i Monsignori Curzio Origo e Giovanni Maria Lancisi, partiranno da Roma per andare ad Urbino ad assistere all’addottoramento di Annibale Albani, nipote del pontefice Clemente XI.. Il papa Giovan Francesco Albani era nato ad Urbino, conoscendo bene i luoghi diede loro un programma di viaggio consigliando di andare a dormire nella torre di Fermignano.
Agli inizi del 1800 i fermignanesi avanzano istanza a Pio VII onde ottenere al loro castello il titolo di “terra” e l’indipendenza dalla città di Urbino. Estensore della domanda fù il Dr.Giovanni Sabbatini, segretario della comunità fermignanese dal 1786, mentre patrocinatore a Roma della causa fu Stefano Sabbatini. Gli urbinati si opposero, per mezzo del loro podestà il nobile Dr. Gianbattista Rota e del Marchese Antaldo Antaldi, ma dopo una accanita lotta durata ben 18 anni, il castello di Fermignano viene staccato giuridicamente da Urbino e riconosciuto comune autonomo per volontà del Papa Pio VII (al secolo Gregorio Barnaba Chiaramonti nato a Cesena nel 1742 – morto a Roma nel 1823). L’ 8 febbraio 1818 viene insediato solennemente il primo consiglio comunale. Lo stemma comunale raffigura una torre con merlatura guelfa e due braccia: la mano destra tiene una croce e la mano sinistra un compasso aperto con le punte in alto.
La sede era ubicata nel Palazzo Calistri.
In questo disegno anonimo databile alla fine del 700 o inizi 800, notare a sinistra, nei pressi della torre, ora priva di merlatura, la porta denominata “romana”, demolita nel 1870, a destra la porta “dell’orologio” demolita alla fine dell’800. Al di fuori del “castello”, nell’estrema destra, si vedono gli edifici dell’ospedale di Sant’Antonio (ospizio per pellegrini) e della locanda per viandanti.
Oggi ne rimangono i due portali gotici a fianco della nuova chiesa.
Nel 1820 la Magistratura di Fermignano, con il consenso del Cardinale Albani, Prefetto della Sacra Congregazione del Buon Governo, istituisce la “spezieria”, oggi farmacia, gestita sin da allora dalla famiglia Rossi.
Nel 1841 il Cardinale Giustiniani, Camerlengo di Santa Romana Chiesa, accoglie la richiesta del Comune di Fermignano ed istituisce una fiera di merci e bestiame nel secondo lunedì di luglio.Già prima del 1800 si tenevano a Fermignano altre due fiere annuali: 5 agosto e 14 settembre.
Nel 1870 viene costruito il mattatoio e demolita la porta “Romana” a fianco delle abitazioni addossate alla torre.
Nel 1871 viene costruito il cimitero e lo stradone di accesso. In tale data la popolazione del Comune ammonta a 2493 anime e nel 1884 a 2605.
Nel 1871 la famiglia Albani di Pesaro, acquista dalla cappella del Santissimo Sacramento di Urbino, la torre, la cartiera ed il molino per 22.000 lire.
Il 16 Marzo 1873 viene fondato il circolo Bramante. Tra i fondatori figurano famiglie fermignanesi ancora esistenti altre estinte: Benedetti, Bergamini, Bindelli, Burzi, Carassai, Cianni, Del Gaudio, Federici, Ligi, Maccioni, Ottaviani, Pagnini, Piccini, Poeta, Rossi, Saraghi, Ubaldelli, Zangolini.
Al Circolo aderirono illustri personalità del mondo politico e culturale a titolo di Soci Onorari: Giuseppe Garibaldi, Terenzio Mamiani, Benedetto Cairoli, Luigi Casati, Giuseppe Zanardelli, Emilio Treves, Pietro Gambetta, Francesco De Sanctis, Giuseppe Spallicci, Angelo Bandiera, Enrico De Geymuller. Inoltre alcuni nomi del patriziato marchigiano: Albani, Castracane, Castelbarco, Carpegna, Donini-Alfani, Gherardi, Mattei, Mamiani, Nardini.
Il direttivo del circolo ha in animo di erigere un monumento a Donato Bramante in occasione dell’anniversario del IV° centenario della morte (11 aprile 1914). A tale scopo viene promossa una sottoscrizione pubblica inviando una petizione a tutti i comuni d’Italia.
Desta una certa meraviglia constatare che nella seconda metà dell’800 nella piccola comunità fermignanese erano fiorenti numerose associazioni culturali e ricreative: Società Filarmonica (1875) oggi Concerto cittadino, Società Operaia di Mutuo Soccorso (1878), Società di Filodrammatica (1884), Società del Gabinetto di Lettura e delle Conferenze Popolari (1884), Società di Pubblici Divertimenti (1893).
Nel 1879 viene inaugurato il palazzo Comunale progettato dall’Ing. Ferdinando Mascanzoni, professore dell’Istituto di Belle Arti di Urbino. Fu costruito su una vecchia casa appartenuta alla famiglia dell’Architetto Bramante. Nella demolizione della vecchia casa si salvaguardò un architrave con lo stemma gentilizio della famiglia Bramante. Quel ricordo storico nel 1895 fu collocato nell’atrio della sede comunale.
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Nel 1883 fu inaugurato il palazzo Scolastico progettato dall’Ing. Adamo Frisoni.La sala maggiore, al piano terra fu adibita a teatro,intitolata a Donato Bramante.
Nel 1895 iniziano i lavori per la costruzione della ferrovia Fabriano – Urbino e della stazione che verrà inaugurata il 20 settembre 1898.
Nel 1897 inizia l’attività, con otto operai, il molino dei fratelli Alessandro e Luigi Falasconi.
Nell’autunno del 1898, con la direzione dell’Ing. Lorenzo Biacchi di Urbino, iniziano i lavori dell’impianto elettrico per il trasporto di forza motrice dal molino di Zaccagna a quello di Fermignano che dista, in linea d’aria km.2,500. Il 19 febbraio del 1899 il miracolo è compiuto.
Oltre al molino – il primo in Italia azionato con la corrente elettrica - anche il paese ne è servito con l’accensione di 23 lampade al posto delle lanterne a petrolio. Per le abitazioni private il canone annuo per una lampada era di £.31 e centesimi 50 e si poteva tenerla accesa dall’Ave Maria alla mezzanotte. Per l’occasione i fratelli Falasconi invitarono il fisico Prof. Angelo Battelli di Macerata Feltria, docente all’Università di Pisa, a tenere una conferenza sull’elettricità nel passato, nel presente, nel futuro.
Un giornale dell’epoca titola l’avvenimento: “ La festa dell’industria e della scienza a Fermignano”.
E’ scritto “Mentre il concerto musicale di Cagli eseguiva scelti pezzi a Fermignano una lunga schiera di carrozze portava gli invitati a Zaccagna, dove il Metauro pone la sua forza al servizio dell’industria azionando due turbine che mettono in moto la dinamo, generatrice dell’elettricità”.
Fermignano, dopo Cagli, è il primo comune della Provincia ad avere l’energia elettrica. Nel 1902 ci sarà ad Urbino e nel 1905 a Pesaro tramite l’impianto idroelettrico dei “Raggioli” progettato dall’Ing.Luigi Falasconi.
In questa veduta panoramica del 1885 notare a sinistra il mattatoio (1870), il ponte con un arco trionfale sopra l’edicola dove all’interno è raffigurata una madonna con bambino, la torre, la cartiera, il nuovo campanile (quello a vela presumibilmente era crollato nel terremoto del 1871), lo stenditoio della cartiera, il nuovo edificio scolastico (1883) e la chiesa di Santa Maria Maddalena.
Nella veduta da una cartolina d’epoca vediamo la ciminiera dietro l’edificio della cartiera (che nel 1895 ha cessato l’attività), l’ospedale Bramante ed il molino Falasconi, sulla destra la filanda da seta e l’edificio della stazione ferroviaria.
Suggestivo questo piccolo dipinto datato XXIX aprile 1895 incorniciato entro una composizione di stile liberty floreale composto da spighe di grano, fiori, ramoscelli di varie specie, due putti che sorreggono una cornucopia, un ramoscello di ulivo ed un’ancora, simboli di prosperità e benessere.
Nel 1891 risultano occupati nella cartiera 42 operai e 50 nelle due fornaci Falasconi e Piccini.
Nel 1890 l’ing. Falasconi elabora il piano regolatore di Fermignano. Prevede una grande piazza con palazzi e portici, vie che si tagliano ad angolo retto. Avendo studiato al politecnico di Torino, probabilmente ha preso spunto da quella città. Alla fine del 1800 viene demolita la chiesa di San Pietro e la porta dell’orologio in cima alla via Maggiore del Castello. Vengono piantati degli alberi di ippocastano e tiglio nella via che dalla piazza va verso la stazione
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Si inizia a costruire un piccolo ospedale con le rendite del Monte di Pietà, dell’Opera Pia Venturini di Pagino, dell’Oratorio del Furlo e con il finanziamento del Comune e del Circolo Bramante.
Si organizzano nel teatro Bramante delle recite, concerti, veglioni e cene per dotare i locali di attrezzature necessarie per il suo funzionamento, compresa una sala operatoria.
Funzionava anche un pronto soccorso con il medico chirurgo prof.Canzio Ricci. Munifici benefattori furono il dr. Francesco Maccioni medico a Rimini, di origini fermignanesi e lo stesso Prof. Ricci.
Agli inizi del 1900 nella piazza Garibaldi vengono costruite le logge Aliventi e Gentilini e le case operaie. Inizia un movimento edilizio lento ma continuo lungo la via provinciale o Toscana (via Mazzini), viale Umberto 1° (Martiri della Liberta), dietro piazza Garibaldi lungo le vie Veneto, Roma e varie traverse. In quel periodo la popolazione ammonta a 3086 anime.
Nel 1907 il signor Coltorti di Foligno prende in affitto gli immobili della cartiera che ha chiuso nel 1895 ed inizia l’attività con una filanda.
Nel 1912 viene fondata la “Società Servizi Automobili del Furlo e Bocca Trabaria” allo scopo di collegare i centri della valle del Metauro e del Candigliano con San Sepolcro e Fossato di Vico. Il servizio pubblico di trasporto per viaggiatori, bagagli, posta, pacchi agricoli e piccoli colli,viene effettuato con vetture da 12 o 16 posti ma, nel 1924, cessa l’attività per lo scarso numerodi passeggeri.
Nel 1914 il Cav. Augusto Carotti acquista dalla famiglia Albani di Pesaro gli edifici della cartiera e della filanda inattiva da anni ed inizia l’attività del lanificio e setificio.
Nel 1874 il consiglio direttivo del Circolo Bramante aveva inviato a tutti i comuni d’Italia una richiesta di contributo per l’erigendo monumento. Allora quei pochi soldi ricevuti dalla sottoscrizione furono destinati per la costruzione dell’ospedale. Nel 1899 si ritorna a parlare del monumento e si da incarico allo scultore Gualdiesi Siciliano di preparare un bozzetto. Probabilmente quel disegno non sarà stato di gradimento ai committenti perché in un manifesto del 19 marzo 1910,il presidente del Circolo Bramante comunica che lo scultore Prof. Jollo Domenico del Reale Istituto di Belle Arti di Urbino ha ultimato il bozzetto del monumento che sarà esposto nelle sale del circolo.
Nei giornali del 1913 è scritto che i sindaci di Urbino e Fermignano, i rappresentanti della società del paese con i migliori cittadini appartenenti a tutte le categorie politiche e sociali, l’Onorevole Angelo Battelli e l’arch. Guido Cirilli si sono riuniti a Fermignano per formare un comitato d’onore ed uno esecutivo per le celebrazioni a Bramante che si dovranno tenere in Urbino mentre il monumento dovrà essere eretto a Fermignano. L’arch. Guido Cirilli è incaricato di predisporre un progetto per il monumento; la parte scultoria sarà affidata all’artista Piccini di Urbania, scultore residente a Roma. Qualche mese dopo l’arch. Cirilli presenta i disegni di tre progetti di meravigliosa bellezza degni del grande Bramante che si vuole onorare. Dopo lunghe discussioni fù scelto un progetto. Il monumento dovrà sorgere a mezza via tra la piazza e la stazione in modo che i passeggeri in transito sul treno da Urbino a Fabriano possano ammirarlo.
L’11 aprile 1914 ricorre il 4° centenario della morte di Bramante ma il monumento, sicuramente per mancanza di soldi, non è stato realizzato. Il 24 maggio 1914, in Campidoglio a Roma, venne tenuta in onore del Bramante una solenne cerimonia commemorativa alla presenza degli amministra tori dei comuni di Urbino e Fermignano con i rispettivi gonfaloni e numerose personalità del mondo politico, artistico e culturale della capitale.
In un giornale datato 21 giugno 1914 c’è scritto: Fermignano fa pubblicamente sapere di avere stanziato 25.000 mila lire per il monumento del Cirilli.
Nel 1915 viene inaugurata la linea ferroviaria Fano – Fossombrone ed a novembre del 1916 il treno arriva a Fermignano.
Nel 1919 il sig. Glauco Paci Ippoliti fa costruire un piccolo capannone per fabbricare rasoi e coltelli.
Nel novembre del 1923 viene solennemente inaugurata, alla presenza del Principe ereditario Umberto di Savoia, la centrale idroelettrica del Furlo, fondamentale per l’approvvigionamento energetico provinciale.
Nel 1923 viene fondata l’Unione Sportiva Fermignanese. Per l’inaugurazione del campo sportivo nell’attuale piazza Don Minzoni, dove agli inizi del secolo si svolgeva il mercato di bestiame, si disputò un incontro di calcio fra l’Alma Juventus di Fano e la società sportiva “Tiferno” di Città di Castello con risultato di uno a uno. Successivamente il campo sportivo fu spostato di fronte il ponte romano ed inaugurato il 9 gennaio 1949.
Il 22 giugno 1924, con una solenne cerimonia, viene inaugurato il viale delle “rimembranze”, attuale via Veneto con la piantagione di alberi di platani, il monumento per ricordare i 78 caduti nella guerra del 1915/18 ed il medaglione dedicato a Bramante posto nella facciata della civica residenza, opere dello scultore e medaglista bolognese Giuseppe Romagnoli (1872 – 1966).
Il monumento in bronzo raffigura un combattente nudo mentre cade stringendo nella mano sinistra una piccola vittoria alata e nella mano destra un pugnale. Nel medaglione in bronzo è raffigurato il Bramante a torso nudo (forse un autoritratto) con la scritta “BRAMANTES ASDRUVALDINUS” tratto dalla medaglia commemorativa fatta coniare da Papa Giulio II° a Cristoforo Foppa detto il “Caradosso” in occasione dell’inizio dei lavori della nuova basilica di San Pietro (18 aprile 1506). Sul retro della medaglia originale c’è scritto “Fidelitas Labor” ed è raffigurata l’Architettura seduta che sorregge nella mano sinistra un compasso e nella mano destra una squadra, sullo sfondo la basilica di San Pietro.
Il 9 ottobre 1928 la Società Operaia di Mutuo Soccorso ha festeggiato il 50° anno di fondazione e nel 1898 il 20° anno con un nutrito programma di manifestazioni.
Nel 1928 i fratelli Lamberto e Luigi Donati di Mercatello sul Metauro iniziano l’attività per la lavorazione del tabacco in alcuni capannoni sulla strada provinciale Metaurense. Quell’anno la popolazione ammonta a 4587 anime.
Nel 1939 fu inaugurato l’acquedotto comunale che ha permesso di avere l’acqua corrente in tutte le abitazioni del paese.
Nella primavera del 1944 le truppe tedesche bombardarono i ponti e le stazioni della ferrovia Fabriano – Urbino. Dopo qualche anno i collegamenti lungo la valle del Metauro da Lamoli a Fano furono possibili con i pulman della Società Automobilistica Metauro con sede a Fermignano.
Nel dicembre 1945, sulla sponda sinistra del fiume Metauro, vengono gettate le fondamenta del nuovo lanificio Carotti che sarà terminato nel febbraio del 1947.
Nel 1945 viene inaugurato l’asilo comunale in viale Martiri della Libertà. I lavori erano stati iniziati nel 1939. L’edificio ricorda lo stile “littorio” del periodo fascista.
Nel 1946/1947 furono istituite le scuole medie; per molti anni la loro sede fù in un edificio ad un piano facente corpo con l’oratorio e la canonica della chiesa di S.Maria Maddalena.
Nel 1954 vicino al tabacchificio Donati viene costruito lo stabilimento L.A.R. (Laboratorio Artigiani Riuniti) che produce mobili.
Nel 1957 in piazza Don Minzoni iniziano i lavori dell’edificio delle scuole elementari terminati nel 1962 e nel 1965 i lavori per l’edificio della scuola media terminati nel 1980.
L’edilizia privata che dagli anni trenta agli anni cinquanta era stata inoperosa, riprende.
Si inizia a costruire nella zona sottostante il viale della stazione; in seguito lo sviluppo edilizio si espande nella piana di San Lazzaro-Ca Vanzino, dietro la stazione ferroviaria e lungo la via provinciale Metaurense.
Nella frazione di Calpino, nel 1955, viene inaugurata la chiesa dedicata a Cristo Lavoratore.
Negli anni 1968/1969 piazza Don Minzoni viene collegata attraverso una gradinata con il viale della Stazione.
Nel 1974 i lavori di costruzione dei due ponti sul fiume Metauro in localita Pieve e San Lazzaro, finanziati dalla provincia di Pesaro e Urbino, sono stati terminati. Saranno collegati con la costruenda circonvallazione che dalla località di Bivio Borzaga arriverà sino al predio di Ca la Vittoria eliminando il traffico di automezzi pesanti dal centro.
L’8 giugno 1974 viene inaugurata la chiesa parrocchiale intitolata a Maria Santissima Madre della Chiesa.
A luglio del 1976 nei giardini pubblici prospicienti il monumento ai Caduti, l’Associazione Pro Loco inaugura il busto in bronzo dedicato a Donato Bramante, opera dello scultore-ceramista Bruno Baratti di Pesaro. Questa immagine rappresenta un doveroso atto di riconoscimento al nostro grande concittadino ed assolve l’impegno preso più volte dalle passate generazioni.
Dal dopo guerra ad oggi le varie amministrazioni comunali hanno costruito scuole, asili, impianti sportivi, aree verdi, ponti, urbanizzazione zona industriale, ampliamenti cimitero, piantumazione in diverse vie centrali e periferiche ed impianti idrici e di illuminazione nel capoluogo e nelle frazioni di Ca l’Agostina, San Silvestro e Villa Furlo – Pagino.
Le quattro aziende storiche, alla fine del secolo scorso, hanno cessato l’attività ma hanno rappresentato sicuramente il seme dello sviluppo industriale del paese iniziato nel lontano 1963 con la costituzione del Consorzio Industriale del medio Metauro ad opera dei Comuni di Urbino e Fermignano, dell’Università degli Studi di Urbino, della Provincia e della Camera di Commercio di Pesaro e Urbino. Sono presenti nel territorio comunale circa sessanta aziende che hanno creato un certo benessere. La creatività di numerosi artigiani e piccoli industriali, la laboriosità dei fermignanesi hanno consentito una notevole crescita del paese. Oggi Fermignano rappresenta il terzo polo industriale della Provincia dopo Pesaro e Fano.
Numerosissime sono le associazioni di volontariato, sportive, ricreative e culturali che tengono vivo il paese con manifestazioni anche di un certo livello.
Nel 1901 i residenti del comune erano 3086; al 9 ottobre 2011 sono 8676 dei quali 1254 stranieri, in un secolo si è avuto un incremento notevole della popolazione residente che è quasi triplicata..
Un sindaco, forse dopo la seconda guerra mondiale, ha modificato lo stemma comunale inserendo il martello al posto della croce. Il sindaco Dr.Giorgio Cancellieri, segnalando l’anomalia alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, nel 2009 è stato autorizzato dalla medesima a ripristinare l’antico stemma araldico inserendo di nuovo la croce al posto del martello. In data 18 febbraio 2011 il Presidente della Repubblica decreta la trascrizione dello stemma e del gonfalone del Comune di Fermignano nel libro araldico degli Enti territoriali e giuridici dell’Archivio centrale dello Stato.
Concludo dicendo che oggi Fermignano poteva considerarsi una “città ideale” se la nuova chiesa fosse stata edificata nella piazza Don Minzoni, com’era nelle prime intenzioni e con il progetto che prevedeva l’interno a tre navate. Il palazzo scolastico di piazza Garibaldi non si doveva demolire; il nuovo Comune poteva essere edificato dove oggi sorge la chiesa o “Duomo”. Anche il pastificio Falasconi doveva rimanere. Con le opportune modifiche interne, l’immobile poteva essere adibito
in abitazioni mentre il grande edificio a forma di “torre” adibito a deposito del grano, poteva essere trasformato in centro commerciale su diversi piani, tipo magazzini Standa o Rinascente. Fortunatamente non è stato demolito il vicino ex Ospedale Bramante grazie alle vibrate proteste di alcuni cittadini.
Redatto da Giulio Finocchi nel Gennaio 2012
FONTI CONSULTATE:
Fermignano e le sue memorie religiose – 1933
Inaugurazione del monumento ai caduti in guerra e medaglione a Bramante 22 giugno 1924
Bramante - Fert Sangiorgi - Comitato Nazionale Celebrazioni Bramantesche - Roma 1970
Viaggio in Italia – Montaigne – Editori Laterza Bari – 1972
Fermignano – Immagini e ricordi di ieri - Giulio Finocchi – Ass. Pro Loco 1985
A Fermignano - viaggio tra storia ed arte – Bonita Cleri - Ass. Pro Loco 1989
Città e Castella (1626) Tempere di Francesco Mingucci Pesarese – ERI edizioni RAI - 1991
Una guida settecentesca di Urbino – Fert Sangiorgi – Accademia Raffaello 1992
Castrum Firmignani - Mario Luni – Comune di Fermignano 1993
Ville e grandi residenze nell’Urbinate e nell’alto Metauro – Università degli Studi Urbino 1995
Vedute di Fermignano da cartoline d’epoca 1897 – 1948 – Giulio Finocchi – Amm.ne Com.le 1998
Fermignano e le sue Confraternite – Mons.Franco Negroni – Parrocchia S:Veneranda 1998
La Madonna del Giro una antica devozione mariana nell’Urbinate - Mons.Franco Negroni 2001
La Battaglia del Metauro tradizione e studi – Mario Luni - 2002
Cesare Borgia di Francia - Atti del convegno di studi – Urbino dicembre 2003
Petros Eni - Pietro è qui – catalogo mostra - Città del Vaticano 2006
La cartiera dei Duchi di Urbino a Fermignano – Franco Mariani – Comune Fermignano 2008
Fermignano volto di un paese tra ‘800 e ‘900 – Giulio Finocchi - Ass.Pro Loco 2008
Un maestro del ‘400 nella Chiesa di San Giacomo dei Pellegrini di Fermignano edito dal
Centro Studi “G.Mazzini” Fermignano 2009
Ultimo aggiornamento
Giovedi 06 Maggio 2021