Il Comune di Fermignano sorge nella vallata del fiume Metauro in un luogo importante per la viabilità del territorio fin dall’antichità perché qui passava la strada (un diverticolo della via Flaminia) che congiungeva i due municipi di Urvinum Mataurense (Urbino) e Tifernum Mataurense (Sant’Angelo in Vado). Oggi, insieme alle vicina torre medievale, il ponte rappresenta uno dei simboli della cittadina fermignanese.
Esso si configura come una struttura a tre arcate - le due laterali identiche e con luce maggiore, quella centrale leggermente più alta - in blocchetti di pietra disposti in bassi filari integrati nel tempo da restauri in laterizio e costruita in una tecnica che ricorda quella dell’attigua torre, nonché molto simile a quella utilizzata per le mura duecentesche di Urbino. I piloni hanno cunei frangiflutti a monte che si innalzano fino al parapetto. Sul camminamento, costruita sulla parte terminale del cuneo frangiflutto di sinistra, vi è un’edicola (nota come Cappella del Ponte) che custodisce l’affresco di una Vergine col Bambino di produzione quattro/cinquecentesca di scuola urbinate; l’edicola aveva un’originaria struttura a capanna modificata e abbellita nel corso del XIX secolo per volere della Confraternita del Gonfalone e collegata all’altro parapetto tramite un arco trionfale, andato successivamente distrutto. L’edicola fu quindi restaurata in forme neoclassiche e tale rimase fino ai primi anni ottanta del XX secolo, quando un restauro la riportò alle forme originarie.
La prima notizia sul ponte fermignanese risale al 1364 quando viene menzionato a proposito di un certo “Martino altramente detto Caiano di Tinto dal ponte di Fermignano”; nella seconda metà del XV secolo è il biografo di Federico da Montefeltro, Vespasiano da Bisticci, ad informarci di un intervento di restauro a mattone che ha interessato sia la torre che il ponte, intervento verosimilmente affidato all’architetto Francesco Di Giorgio Martini, negli anni al servizio del Duca d’Urbino. Nel 1541, durante una seduta del Consiglio dei Quaranta di Urbino, viene proposto un restauro del ponte “in principio plani firmignani” che non sappiamo se effettivamente avvenuto; nel 1625 si rende necessario un ulteriore intervento di cui si possiede oltre al preventivo di spesa anche il bozzetto. L’anno seguente, il ponte compare in un disegno di Francesco Mingucci che raffigura una veduta del Castello di Fermignano; il pittore pesarese divenne famoso per aver ritratto il paesaggio e i castelli del Ducato di Urbino, ormai prossimo al passaggio sotto lo Stato Pontificio per l’estinzione della dinastia dei Della Rovere, nella sua opera ad acquerello Stati, domini, città, terre e castella dei Serenissimi Duchi e Prencipi della Rovere tratti al naturale. Sempre nel XVII secolo si colloca un altro documento iconografico, la tela di G. Cialdieri San Silvestro Papa e Santi conservata presso la vicina chiesa di San Silvestro in Iscleto, che mostra uno scorcio del complesso ponte-torre. Un’ultima raffigurazione del ponte si colloca poco prima dell’avvento della fotografia, tra XVIII e XIX secolo, all’interno di una veduta di Fermignano realizzata a lapis da mano anonima. Ulteriori interventi di restauro si sono susseguiti a partire dagli inizi del XIX secolo e vengono menzionati nei documenti d’archivio di quel periodo.
9 maggio 2018
Dott. ssa Lucia Paoloni
Assessore alla Cultura del Comune di Fermignano