Marocco

Meriem El Harti legge JRADA MALHA - LA LOCUSTA SALATA, fiaba tradizionale marocchina

Data di pubblicazione:
22 Maggio 2023

Audio: ascolta la storia in lingua marocchina

C'era un villaggio una volta, era molto, molto lontano. La cosa strana di questo villaggio è che ogni volta la strada cambia e quella che oggi ti ha portato oggi lì, domani non ti farà tornare. C'era una donna nel villaggio, Saliha, molto saggia, giusta e rispettosa di Dio e generosa verso il suo popolo.
Ma c’era anche una donna malvagia, Aqisa, il cui cuore era consumato dall'invidia e dall'odio, come da un fuoco. E questo suo fuoco venne ingigantito dal fatto che la donna giusta aveva dato alla luce due gemelli che le deliziavano il cuore, mentre il grembo di Aqisa invece non era fertile.
Così Aqisa radunò i suoi demoni una notte e disse loro:
- Stanotte i cieli si trasformeranno in cenere, e non resteranno case, terre, provviste, figli. I demoni ascoltarono e partirono per eseguire ma dopo un po' tornarono tristi e sconfitti, e il loro capo disse:
- Aqisa, Allah è il Custode della giustizia, e non abbiamo potuto fare il nostro compito.
I demoni andarono via e Aqisa tornò a letto, per pensare a un piano.
- Ho trovato. Domani, Saliha, romperai il digiuno con le lacrime e cenerai con il rimpianto.
Al mattino Saliha si alzò per rompere il digiuno con i suoi figli, ma la povera donna non trovò altro che il letto, e niente figli e niente da mangiare. La gente del villaggio si radunò e insieme capirono che era stata Aqisa a rapire i bambini. Attaccarono la casa di Aqisa per salvare la tribù dalle sue maledizioni. Abbatterono la porta ma trovarono solo la nebbia e il vento che fischiava, Aqisa era scappata e nessuno sapeva nemmeno in che direzione fosse andata.
La povera Saliha, disperata, alzò le mani al cielo e pronunciò una che venne accolta, perché gli oppressi sono cari a Dio.
Aqisa, intanto, con i bambini rapiti, camminò a lungo e infine raggiunse il villaggio di Sayada. Questa tribù abitava nella valle e viveva di caccia. Quando giunse Aqisa le venne offerta una la tenda dove poté riposare. Gli abitanti, pochi giorni dopo, si accorsero che la cacciagione andava immediatamente a male e che presto sarebbero morti di fame. Gli anziani del villaggio si radunarono per affrontare la questione e il capo dignitario chiese:
- Da quando è in corso questa situazione?
- Da tre giorni. Da quando una donna ha piantato la sua tenda qui. Non è un'ospite e nessun ospite entra da lei. Quando la vedi non ti rende felice, e quando la senti parlare non ti piace quello che dice.
Il capo villaggio si alzò e disse:
- L'ospite della sventura non passerà un’altra notte nel mio villaggio.
Così raccolsero la tenda di Aqisa e le diedero provviste per il viaggio, la condussero fuori dal villaggio per purificarsi dalle sue maledizioni e dalla sua sfortuna.
Dopo un giorno di cammino, Aqisa giunse presso un nuovo villaggio, chiamato Al-Safia, una tribù felice. Questo era il villaggio del saggio Bu Moftah, dove regnava giustizia tra ricchi e poveri, tra giovani e vecchi.
Aqisa piantò la sua tenda. Passarono tre giorni e la gente iniziò a litigare. I ricchi mangiarono il sostentamento dei poveri, e il grande disprezzava il piccolo, e il saggio Bu Moftah che non aveva mai dovuto affrontare conflitti per denaro o per amore sedette con i suoi consiglieri e chiese:
- Cosa succede? Il nostro villaggio non ha mai patito ingiustizie e intrighi, e da tre giorni l'ingiustizia è diventata la regola.
- Saggio, tre giorni fa una donna estranea è giunta al villaggio.
Il saggio rispose:
- Mi conoscete tutti, non voglio alcuna ingiustizia. Andiamo ad ascoltare la sua storia, e a meno che non sia un'ospite onorevole la espelleremo. Così il saggio le chiese:
- Chi sei? Cosa ti ha portato nel nostro villaggio? Se dici la verità, ti diamo il benvenuto ma e se sei bugiarda ti getteremo all'inferno.
Aqisa, spaventata ma cauta, mentì:
- Vengo da un villaggio lontano che ha attraversato giorni difficili per una siccità che non ha lasciato né acqua né piante.
Osservando il volto luminoso dei bambini rapiti, così diversi da Aqisa, il saggio disse:
- Non credo alle tue parole. I tuoi figli sono luminosi e non ti somigliano. I tuoi figli sono floridi di latte materno e tu sei arida.
Il saggio Bu Moftah possedeva un uccello magico chiamato Al-Zarzour grazie al quale poteva distinguere il vero e il falso, il vinto e il vittorioso. Lo mandò in ricognizione e quando l'uccello tornò portò notizie su Aqisa: la verità sul rapimento dei bambini e la storia del villaggio di cacciatori.
Bu Moftah andò quindi da Aqisa e disse:
- Conoscevamo la tua storia, Aqisa, e sappiamo quello che hai fatto. Per le tue malefatte verrai punita e sarai trasformata in un piccolo animale. Scegli: o rana, o locusta, o mosca.
Aqisa sapeva che la rana gioca solo con l’acqua, che la mosca fastidiosa viene facilmente abbattuta a cuscinate ma che la locusta porta distruzione.
Scelse quindi la locusta.
Così in un batter d'occhio Aqisa venne trasformata in una locusta e volò via, e nessuno la vide più.
Pochi giorni dopo, il saggio Bu Moftah restituì bambini alla madre, la donna giusta, e l'anima tornò da lei dopo che aveva pianto e pianto.
La mattina dopo la gente del villaggio vide che il cielo è diventato nero, e non c’era più niente da mangiare. Così uomini e donne uscirono a caccia di locuste e anche chi non le vuol mangiare deve adattarsi. Ma chiunque metta in bocca Aquisa è costretto a sputarla perché è troppo salata, così si consuma nell’aria viene spazzata via dal vento.
E i bambini, da quella volta, cantano la storia della locusta salata.

Fine


UNA VOCE PER FERMIGNANO
è un progetto di Pietro Gaglianò

nell’ambito di
LA STORIA SIAMO NOI
a cura di Giovanni Gaggia e Pietro Gaglianò

per “Popoli in festa” 2023

 

Ultimo aggiornamento

Lunedi 29 Maggio 2023